FAQ sul Polverizzatore M3kfarm

1. Qual è il vantaggio principale nell’utilizzare il Polverizzatore M3kfarm rispetto ad altri metodi di fitoterapia?

Il Polverizzatore M3kfarm permette di assumere la pianta officinale nella sua forma più pura, garantendo un’ottima biodisponibilità del fitocomplesso. Questo significa che si assumono tutti i principi attivi della pianta, anche quelli non idrosolubili, a differenza di quanto avviene con infusi o decotti tradizionali.

2. A chi è rivolto il Polverizzatore M3kfarm?

È ideale per erboristi, farmacisti, naturopati, medici omeopati e fitoterapeuti, ma anche per chiunque desideri utilizzare le piante officinali per il proprio benessere in modo semplice e naturale.

3. Come si usa il Polverizzatore M3kfarm?

Basta inserire una piccola quantità di pianta secca (0,2-0,7g) nel filtro, chiudere il polverizzatore e girare la manovella. La pianta polverizzata si raccoglierà nella fiala di vetro pronta per essere utilizzata.

4. Come si assume la polvere ottenuta?

La polvere può essere assunta in diversi modi: in infusione con acqua calda o fredda, direttamente per via orale con l’aiuto di un cucchiaino di miele o malto, oppure anche aggiunta ad alimenti.

5. Quanto costa utilizzare il Polverizzatore M3kfarm rispetto agli integratori?

Con 50g di pianta essiccata (circa 3 euro) si ottengono circa 100 dosi. Questo rende il M3kfarm una soluzione molto più economica rispetto agli integratori, a parità di efficacia.

6. Di che materiale è fatto il Polverizzatore M3kfarm?

Il setaccio è in acciaio inox, il pistone è in alluminio con una leggera nichelatura e il contenitore è in vetro.

7. Il Polverizzatore M3kfarm richiede una manutenzione particolare?

Si consiglia di lavare il M3kfarm con acqua e sapone ogni 5 utilizzi e di pulirlo a secco dopo ogni utilizzo. Evitare detergenti aggressivi.

8. Cosa succede se il pistone in alluminio entra a contatto con la pianta durante la polverizzazione?

Il contatto diretto tra pistone e setaccio è impedito dalla presenza di parti della pianta stessa. L’eventuale erosione del pistone nel tempo rilascia quantità di alluminio e nichel ampiamente al di sotto dei limiti di sicurezza stabiliti dall’EFSA. È comunque possibile utilizzare un velo di olio d’oliva o burro di karitè sul filetto di chiusura per minimizzare ulteriormente l’attrito.