Quattro chimici vittime del nazifascismo

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Quattro chimici vittime del nazifascismo

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Quattro chimici vittime del nazifascismo
a cura di Laura Corazza, Fabio Trifirò
Editore BUP Anno:2024
Argomento:Chimica, Storia contemporanea, Storia della scienza, Università
Formato:170×240mm
Pagine:168
Confezione:Brossura
Spese_spedizione:5€
ISBN:9791254774793
COD: L12 Categoria: Tag: ,

Descrizione

I quattro chimici industriali vittime del nazifascismo oggetto di questo libro sono Mario Giacomo Levi, Primo Levi e Maurizio Leone Padoa, perché di razza ebraica, e Michele Giua, in quanto antifascista, quattro figure storiche della chimica italiana che devono esser ricordate. In questo libro sono riportati i rapporti diretti ed indiretti che ha avuto con questi quattro chimici il professor Ferruccio Trifirò, come ex preside della Facoltà di Chimica Industriale di Bologna, ora Dipartimento, e come direttore della rivista della Società Chimica Italiana «La Chimica e l’Industria».
Mario Giacomo Levi è stato fondatore della Scuola di Chimica Industriale di Bologna e di Istituti di Chimica Industriale all’Università di Palermo e al Politecnico di Milano e della Stazione Sperimentale dei Combustibili. Nel 1938 fu allontanato da Milano a seguito delle leggi razziali e nel 1943 si trasferì in Svizzera per sfuggire ai tedeschi, insegnando Chimica Industriale presso l’Università di Losanna, ritornando poi al Politecnico nel 1945, e diventando presidente della Società Chimica Italiana.
Maurizio Leone Padoa è stato professore di Chimica Industriale e direttore della Scuola di Chimica Industriale di Bologna dopo Mario Giacomo Levi, nel 1938 fu estromesso dall’Università a seguito delle leggi razziali e nel 1944 fu preso prigioniero a Bologna dai tedeschi e probabilmente ucciso durante il suo trasferimento ad Auschwitz. I suoi lavori sulla fotochimica, che erano stati completamente dimenticati, sono stati ricordati solo di recente.
Michele Giua, professore di Chimica Generale a Torino, nel 1933 fu estromesso dall’Università per non essersi iscritto al Partito Nazionale Fascista. Nel 1935 fu condannato dal Tribunale Speciale con l’accusa di attività di cospirazione contro il regime e liberato dalla prigionia nel 1943. Nel 1949 fu nominato professore di Organica Industriale, poi Senatore della Repubblica Italiana; è stato un esperto nel campo degli esplosivi.
Primo Levi, laureatosi in Chimica nel 1942 a Torino, fu arrestato dai fascisti e poi deportato il 22 febbraio 1944 dai tedeschi nel campo di sterminio di Auschwitz.
Primo Levi sopravvisse nel campo di concentramento lavorando in una vicina industria chimica e ritornò in Italia nel gennaio 1945. In seguito lavorò in una industria di vernici a Torino, la Siva, della quale divenne poi direttore. Levi non è stato solo un chimico ma anche uno dei più importanti scrittori italiani del XX secolo

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Peso 0,30 kg

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